Vinificazione, allevamento della vite, commercio del vino. Le prime testimonianze legate alla viticoltura nel monrealese risalgono al Medioevo, culminando poi nel riconoscimento della D.O.C il 2 novembre del 2000.
La zona geografica di produzione delle uve DOC comprende gran parte del territorio di Monreale ed alcuni comuni limitrofi: un areale molto vasto che fa parte di quello che un tempo era il potente Arcivescovado. La sua origine è legata indissolubilmente all’Abbazia di Santa Maria La Nuova (fondata durante il periodo normanno) – e, conseguentemente, alla figura di Guglielmo II d’Altavilla che durante il XII secolo le elargì diverse concessioni e possedimenti, ereditati – in seguito all’abolizione dei privilegi feudali del 1812 – dal Comune di Monreale. Il 1182 fu un anno emblematico: con un solenne atto, redatto nelle tre lingue ufficiali dell’epoca normanna (greca, latina ed araba), furono specificati i confini dell’area concessa e le numerose contrade che figurano coltivate a vite. Una testimonianza tangibile di quanto la viticoltura fosse già radicata nel territorio: l’allevamento della vite, la vinificazione delle uve, la produzione, il commercio, il trasporto ed il consumo dei vini erano infatti, già all’epoca, regolati da norme scritte.
La zona geografica di produzione delle uve DOC comprende gran parte del territorio di Monreale ed alcuni comuni limitrofi: un areale molto vasto che fa parte di quello che un tempo era il potente Arcivescovado. La sua origine è legata indissolubilmente all’Abbazia di Santa Maria La Nuova (fondata durante il periodo normanno) – e, conseguentemente, alla figura di Guglielmo II d’Altavilla che durante il XII secolo le elargì diverse concessioni e possedimenti, ereditati – in seguito all’abolizione dei privilegi feudali del 1812 – dal Comune di Monreale. Il 1182 fu un anno emblematico: con un solenne atto, redatto nelle tre lingue ufficiali dell’epoca normanna (greca, latina ed araba), furono specificati i confini dell’area concessa e le numerose contrade che figurano coltivate a vite. Una testimonianza tangibile di quanto la viticoltura fosse già radicata nel territorio: l’allevamento della vite, la vinificazione delle uve, la produzione, il commercio, il trasporto ed il consumo dei vini erano infatti, già all’epoca, regolati da norme scritte.
Il vino era un bene tassato e veniva rilevato sia quello effettivamente prodotto che quello posseduto, in tutto il territorio di riferimento ad opera del “cimatore”. I possessori dei muli da trasporto (chiamati anche “bordonari”), invece, dovevano mettersi in regola con il pagamento della gabella un’ora prima di scaricare il vino; era inoltre stabilito un prezzo medio annuale e rilevata una media del consumo di vino, sia per gli adulti (persone di età superiore ai 12 anni) – con quasi un litro e mezzo al giorno – sia per i minori di 12 anni, stimato quasi a mezzo litro.
La viticoltura nell’area della Doc di Monreale affonda le proprie radici in tempi antichi ed è accertato che, durante il XVIII secolo, l’arcivescovado di Monreale contava già più di 60.000 ettari, alcuni dei quali amministrati direttamente dal vescovo dell’epoca. Un’attività produttiva di grande tradizione che, già all’epoca, rappresentava una fonte remunerativa di assoluto valore e che negli anni ’90, con la rinascita del vino siciliano, ha intrapreso un percorso di evoluzione qualitativa: sono sorte nuove aziende vitivinicole, impiantati nuovi vigneti ed è aumentata esponenzialmente la professionalità in vigna, in cantina, nella commercializzazione e nel marketing. Straordinari valori aggiunti che hanno portato i vini della DOC ad ottenere – sia in campo nazionale che internazionale – egregi risultati.
Il Vino DOC Monreale ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 novembre 2000
Il vino era un bene tassato e veniva rilevato sia quello effettivamente prodotto che quello posseduto, in tutto il territorio di riferimento ad opera del “cimatore”. I possessori dei muli da trasporto (chiamati anche “bordonari”), invece, dovevano mettersi in regola con il pagamento della gabella un’ora prima di scaricare il vino; era inoltre stabilito un prezzo medio annuale e rilevata una media del consumo di vino, sia per gli adulti (persone di età superiore ai 12 anni) – con quasi un litro e mezzo al giorno – sia per i minori di 12 anni, stimato quasi a mezzo litro.
La viticoltura nell’area della Doc di Monreale affonda le proprie radici in tempi antichi ed è accertato che, durante il XVIII secolo, l’arcivescovado di Monreale contava già più di 60.000 ettari, alcuni dei quali amministrati direttamente dal vescovo dell’epoca. Un’attività produttiva di grande tradizione che, già all’epoca, rappresentava una fonte remunerativa di assoluto valore e che negli anni ’90, con la rinascita del vino siciliano, ha intrapreso un percorso di evoluzione qualitativa: sono sorte nuove aziende vitivinicole, impiantati nuovi vigneti ed è aumentata esponenzialmente la professionalità in vigna, in cantina, nella commercializzazione e nel marketing. Straordinari valori aggiunti che hanno portato i vini della DOC ad ottenere – sia in campo nazionale che internazionale – egregi risultati.
Il Vino DOC Monreale ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 novembre 2000
La DOC Monreale copre le alture nord-occidentali della Sicilia, ad un'altezza che varia dai 300 ai 600 metri d'altitudine: ciò garantisce condizioni favorevoli per praticare una viticoltura di assoluta qualità.
L’area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Monreale si estende sulle colline della Sicilia nord-occidentale, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all’espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne. Qui il clima è caratterizzato da temperature al di sopra dello zero termico (anche nel periodo invernale), con periodi caldo-asciutti per almeno cinque mesi all’anno (maggio-settembre) e una concentrazione massiva di piogge nei mesi compresi tra ottobre e dicembre: tutte caratteristiche che contribuiscono a determinare una viticoltura di assoluta qualità. L’altitudine media dei terreni coltivati a vite varia dai 300 ai 600 m.s.l.m. e la tipica conformazione dei suoli – di carattere argilloso-sabbiosa -, così come la quasi sempre discreta presenza di sostanze organiche, fa sì che nella zona di produzione non vi sia eccessiva umidità, né sovrabbondanza di sostanze acide o alcaline, fattori che influenzano la quantità ma, soprattutto, la qualità del prodotto finale.
La zona di produzione della DOC (tra le più estese denominazioni della Sicilia) è localizzata in parte della provincia di Palermo e comprende il territorio dei comuni di Monreale, Piana degli Albanesi, Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena. Un’estensione davvero ampia che fa parte di quello che un tempo era il potente Arcivescovado di Monreale che, in epoche successive, è stato il centro focale per la cultura contadina, capace anche di aderire alla nascita dei Fasci siciliani e dar vita alla riforma agraria. Un areale che racchiude oggi otto cantine, offrendo un’importante diversità in termini di vigneti e suoli, suddivisi in tre macro aree: corleonese, area di Camporeale e Valle dello Jato.
Corleonese
Un’area estesa e ben definita che abbraccia i comuni di Corleone, San Giuseppe Jato e San Cipirello. Terreni bruni e gessosi caratterizzano questa parte del vigneto siciliano che diventano tendenzialmente argillosi sulla parte collinare, sabbiosi e di medio impasto in prossimità della riva dei fiumi. Il clima è mediterraneo con inverni freddi e piovosi ed estati calde ed asciutte. Notevole l’escursione termica tra il giorno e la notte. Buona la piovosità media annuale e ottima l’irradiazione solare per lo sviluppo vegeto-produttivo delle piante.
Camporeale
L’areale di Camporeale si è affermato negli ultimi anni, soprattutto per la particolare vocazione che ha trovato qui il Syrah. I suoli di medio impasto e con poco scheletro si caratterizzano per la presenza di argilla e per la buona fertilità. La zona collinare è molto ventilata e gode di un microclima particolarmente favorevole per la coltivazione delle uve. Le precipitazioni sono abbondanti e ben distribuite durante il corso dell’anno.
Valle dello Jato
Terreni di media collina tra 250 e 350 m.l.s.m. – per lo più alluvionali – dove si segnala un’abbondante presenza di argilla. Dirigendoci verso la parte alta dello Jato si arriva a Monreale dove l’altitudine cresce fino a 700 metri. Da segnalare un’importante ventilazione che caratterizza questo areale, con correnti umide ed una buona piovosità determinate dalla presenza dei rilievi e dalle aperture montuose come Rocca Busambra. La materia organica, anche se poco presente, è ben umidificata e conferisce un’ottima struttura granulare e di colore scuro.
Comuni
Monreale, Piana degli Albanesi, Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena.
Principali siti d’interesse culturale
Corleone
- Borgo Schirò
- Bosco della Ficuzza
- Gorgo del Drago (Godrano/Corleone)
- Real Casina di Caccia
- Rocca Busambra
Monreale
- Abbazia dei Benedettini
- Castellaccio di Monreale
- Chiostro di Monreale
- Duomo di Monreale
Piana degli Albanesi
- Bosco dell’Eparchia
- Chiesa di S. Giorgio
- Lago di Piana degli Albanesi
San Giuseppe Jato/San Cipirello
- Monte Jato
- Area Archeologica di Monte Iato